Mi sono fermata.
La voce, il canto…. hanno subito il colpo inferto alle nostre vite come se il virus avesse vinto questo round. Non posso non essere coinvolta dalla sofferenza di amici che ora sono in cura in ospedale.
Se la finestra schiusa al mondo era una porta verso la libertà, da lì ora osservo, muta, la mia Bologna che spaesata e perplessa cerca i suoi.
Il rosso dei tetti pare impallidito, la piazza vuota da eco alla sola voce di San Pietro che rassicurante, scandisce sonoramente le ore.
Ma riflettendo… è nell’ immoto che ora sta la forza, quella consapevole, quella che cura.
Bologna ha capito: lo stupore triste del vuoto, del silenzio si lascia riempire di speranza, di rinascita e di vita. Finalmente fermi.